Si chiama Fazle Hasan Abed ed è il vincitore del World Food Prize 2015. Il premio che ogni anno viene consegnato ad una personalità che si distingue per azioni di contrasto alla fame e lotta alla povertà. Nel 1994 il riconoscimento andò a Mohammed Yunus, il banchiere dei poveri. E nel 2011 a Lula da Silva, il presidente del Brasile.
Abed, 79 anni, del Bangladesh, architetto navale di formazione, è il fondatore di Brac, una delle onlus più famose al mondo. Grazie ad un capillare lavoro di informazione, vaccinazione, medicazione, Brac fu in grado tra la fine degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, di raggiungere i più poveri tra i poveri e di contribuire a dimezzare la mortalità infantile in Bangladesh.
«Entrammo in ogni casa ed insegnammo alle mamme a fare una idratazione orale ai bambini e a combattere la morte causata dalla diarrea – ha ricordato Abed – Questo lavoro ha consentito a Brac di diventare molto estesa sul territorio e di divulgare i programmi in tutto il Paese».
Tra il 1986 e il 1990 la proporzione di bambini vaccinati crebbe dal 2 al 70%. Nelle aree dove operava Brac, questo tasso adesso è del 95%. «Abbiamo lavorato sui molteplici aspetti della povertà: riduzione della mortalità infantile, salute delle mamme, servizi finanziari per le donne ed emancipazione femminile», ha spiegato l’attivista.
Il principio è semplice: la fame e la malnutrizione, la lotta alla povertà e il circolo vizioso della mortalità infantile sono strettamente legati alla condizione delle donne. Alla consapevolezza delle mamme, all’istruzione.
«Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto con un obiettivo ben preciso: far uscire le persone fuori dal braccio della povertà perché sentivamo che era disumanizzante», ha aggiunto ancora Abed.
Ecco: la disumanizzazione dell’essere umano è una delle conseguenze della povertà estrema e combattere questo processo è alla base di ogni lotta per il cibo e la dignità.
Il premio che verrà consegnato a quest’uomo molto prezioso per il Bangladesh è di 250mila dollari. E con il denaro la onlus crescerà ancora.
Ma c’è un ma. Anche piuttosto consistente. A gestire il premio era fino a qualche anno fa la General Food Corporation, multinazionale americana del cibo quotata in borsa, che fa più danni che altro. Diventata Kraft Foods Group, dopo la fusione con Kraft, nel 2015 la multinazionale si è trasformata in Kraft Heinz. Nel 2008 la World Food Prize Foundation ricevette 5 milioni di dollari come contributo al premio dalla Monsanto. Guarda caso nel 2013 a vincere il premio era stata una cordata di scienziati ricercatori che sviluppano biotecnologie (non estranee agli ogm), tra i quali spicca il nome di Robb Fraley, uomo strettamente legato alla Monsanto.
Dal 1990 il premio è sponsorizzato dalla fondazione Jhon Ruan e da quella Rockfeller.
L’istituzione di questo premio ha tuttavia consentito nel corso degli anni di finanziare grandi attivisti e grandi progetti di lotta alla fame.
La grande contraddizione tra finanziatori e premiati, fa riflettere su come sia impossibile sciogliere l’aporia delle aporie: ossia generare povertà (attraverso le logiche e le dinamiche del profitto) e allo stesso tempo pretendere di contribuire a combatterla.