Sembra un paesaggio paradisiaco e per certi versi lo è: il lago Kivu, nella regione africana dei Grandi Laghi, tra Ruanda e Congo, è spettacolare.
Eppure le sue acque nascondono concentrazioni potenzialmente esplosive di gas, accumulatosi nell’arco di millenni per via dell’attività vulcanica.
«E’ quello che chiamiamo un ‘lago killer’ – dicono gli ingegneri della KivuWatt, piattaforma di estrazione del metano – Il nostro progetto funziona come se aprissimo una bottiglia di soda».
Si va ad estrarre a poco a poco questo gas dalle profondità delle acque.
Sia in Congo che in Ruanda le popolazioni più prossime alle rive del Lago Kivu vivono con la costante paura che si risvegli l’attività vulcanica.
Il risvolto positivo di tutta la faccenda è la possibilità di estrarre il gas pompandolo in profondità per utilizzare il metano come energia utile a gran parte dell’Africa.
Il problema diventa semmai lo sfruttamento eccessivo di queste acque profonde e la corsa delle multinazionali al gas africano: l’intera storia è raccontata dalla rivista Science Alert, che spiega anche come in tutto il mondo esistano solo tre laghi di origine vulcanica simili a questo.
Con un potenziale distruttivo molto elevato; gli altri due sono il Lakes Nyos e il Monoun nel Nordovest del Camerun.
(Foto by A junaid alam khan – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=106967100)